<L'omicidio della collega Barbara Capovani è forse la punta dell'iceberg di aggressioni di cui sono vittima i medici>. Lo ha detto Giuseppe Celona, segretario regionale di Cisl medici, in occasione dell'ultima puntata di <Generazioni Cisl> andata in onda su 50 Canale.
Celona ha riportato alcuni dati Inail.
<Tra il 2019 ed il 2021 sarebbero 4800 infortuni sul lavoro a carico di operatori socio-sanitari causati da violenze ed aggressioni sul luogo di lavoro; 37 % in ospedali e case di cura , un terzo ai danni degli infermieri. Secondo ISS 2000 casi/ anno di violenze ai danni di sanitari (aggressioni fisiche e verbali ). Nel 2021 60 aggressioni a medici con conseguenze fisiche di rilievo , aumentate a 85 casi nel 2022. Assoluta preponderanza di aggressioni a medici in reparti di psichiatria ed emergenza/urgenza>.
Ma come si giustifica questa violenza verso i medici?
<I medici sono spesso oggetto di violenza perché sta venendo meno il rapporto di fiducia medico-paziente testimoniato dal drammatico incremento delle denunce a carico dei medici per presunta malasanità . Denunce che, in 99 casi su cento, vengono archiviate. Ma che rendono la vita dei medici poco serena. Alcuni contesti sanitari favoriscono, purtroppo, le aggressioni ai sanitari. I pronto soccorso stracolmi di barelle che stazionano nei corridoi con pazienti in attesa di un ricovero ritardato per il fenomeno del “boarding”, il burnout degli operatori sanitari che lavorano nei P.S., con organici ridotti all’osso, la lunga attesa dei pazienti che devono essere visitati , forse anche a causa di un sistema sanitario territoriale che non fa da filtro, tutti questi fattori possono esagitare gli animi dei pazienti e dei loro congiunti. Nessuna giustificazione, beninteso, ma il sistema dell’emergenza-urgenza attuale, in alcuni contesti ospedalieri, non consente di lavorare serenamente>.