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GIOVANNI ADINOLFI A <GENERAZIONI CISL>: <ABBIAMO CHIESTO AL GOVERNO DI POSTICIPARE L'INTRODUZIONE DELLA NORMA ALLA DICHIARAZIONE 2022>

Sta generando qualche malumore la novità che prevede l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti delle spese detraibili. Ne ha parlato il direttore del Caf Giovanni Adinolfi in occasione dell'ultima puntata di <Generazioni Cisl> andata in onda sull'emittente 50 Canale: <Nonostante la pubblicità che abbiamo dato - ha osservato Adinolfi -  in tanti hanno continuato a utilizzare il contante per pagare spese da inserire in dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che la novità è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2020 (n.160 del 27/12/2019) e trova applicazione per la prima volta nell’anno di imposta 2020 su tutti gli oneri detraibili al 19% indicati nell’art. 15 del TUIR, come ad esempio spese mediche specialistiche in strutture private non accreditate con SSN, spese veterinarie, asili nido, spese scolastiche, universitarie, per attività sportive di figli minori, spese funebri, spese per assicurazioni, interessi passivi mutui abitazione principale, spese per trasporto pubblico e così via. Per tutte queste tipologie di oneri, è richiesta la prova di un pagamento effettuato con metodi tracciabili, come carta di credito, bancomat, bonifico, assegno. Restano detraibili anche se pagate in contanti, le spese per farmaci da banco e dispositivi medici o prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o private accreditate con SSN>.

I CAF stanno portando però avanti una battaglia per chiedere al Governo di rinviare l’applicazione di questa norma.
<Esatto, con una lettera dello scorso 1 aprile, la Consulta Nazionale dei Caf si è rivolta al Ministro dell’Economia Daniele Franco per chiedere di mantenere per l’anno 2020 la detraibilità degli oneri in questione anche se pagati in contanti. Inoltre si chiede l’inserimento della dicitura da parte di chi eroga il servizio, nella propria fattura o ricevuta, che lo stesso è detraibile solo con pagamenti tracciati. E’ un tentativo estremo che viene portato avanti a campagna fiscale ormai iniziata, alla luce del fatto che stiamo riscontrando purtroppo la bocciatura di tante fatture che fino al 2019 sarebbero state detraibili ma che essendo pagate in contanti siamo costretti a lasciare fuori dalla dichiarazione dei redditi. Ad essere maggiormente penalizzati, come spesso accade, sono pensionati e fasce deboli, soggetti con un basso livello di informatizzazione che continuano a pagare in contanti. Per vedere accolta questa richiesta sarebbe necessario uno scostamento di bilancio da parte del Ministero dell’Economia. Chiaramente alla luce delle conseguenze drammatiche della pandemia sulla nostra economia, ritengo che si tratti comunque di una richiesta legittima soprattutto se si considera che tali spese sono state comunque sostenute dai cittadini italiani>.