Il lavoro da remoto? Riduce i costi sia per i dipendenti che i datori di lavoro. I dipendenti possono risparmiare sui costi del pendolarismo ogni giorno. Ma anche sui costi di assistenza all’infanzia, grazie alla flessibilità dei loro orari di lavoro, che consente loro di stabilire le priorità in modo diverso. E questo non ha alcun impatto sull’azienda, perché quando i dipendenti possono scegliere le variabili che influenzano il loro lavoro, le struttureranno per massimizzare la produttività in quantità minori di tempo. Anche i datori di lavoro beneficiano del lavoro da remoto dei propri dipendenti, dato che non devono pagare per un edificio costoso e per eventuali costi aggiuntivi, come le bollette dell’acqua e dell’elettricità.
E però lavorare da casa ha anche i suoi svantaggi. Può portare – nei dipendenti – ad una sensazione di isolamento, a una disconnessione tra dipendente e datore di lavoro. Perché quando le persone non si vedono tutti i giorni, è più difficile sentirsi parte della stessa squadra. Quando si lavora da remoto si può verificare uno squilibrio tra lavoro e vita personale, perché i due piani si confondono a vicenda.
Di smartworking visto in una prospettiva di genere si è parlato di recente all’auditorium Maccarrone in un incontro promosso dal coordinamento unitario delle donne di Cgil, Cisl ed Uil.
Di lavoro agile si parlerà questo giovedì alle ore 19.30 nella trasmissione Generazioni Cisl in onda sull'emittente 50 Canale. In studio, con la conduttrice Simona Giuntini ci sarà il professor Marco Lai.