Hassan, operaio agricolo di origine marocchina, è morto durante un ricovero in ospedale. È un momento duro, durissimo, per Aanisa, rimasta vedova, senza il reddito del marito e con figli da crescere. Ecco perché i tremila euro riconosciuti dal fondo Fisa hanno il profumo di un unguento su una ferita aperta: quel denaro sarà utilizzato per affrontare le spese del funerale di Hassan e permettere che la salma «torni» al proprio paese di origine.
Agata, 37 anni, fiorentina, dal 2019 pota la vigna in un’azienda agricola del territorio. Non sapeva di aver diritto all’indennità di disoccupazione agricola: «un diritto che la legge garantisce, invece, a tutti i lavoratori agricoli che nei due precedenti anni hanno lavorato più di 102 giornate in agricoltura» precisano i sindacalisti di Fai, il sindacato della Cisl che tutela e dà voce in Italia ad almeno duecentomila lavoratori impegnati in agricoltura, nell’industria alimentare, nelle foreste o nella pesca.
Adesso Agata lo sa. «E ogni anno, entro il 31 marzo, si rivolge ai nostri sportelli per la richiesta della disoccupazione agricola». Ha regole tutte sue il lavoro in agricoltura «più condizionato dalle condizioni climatiche - pioggia, gelo, siccità - che da un mercato spinto dalle mode del momento», osserva il segretario generale regionale del sindacato Massimiliano Gori. Un lavoro che «segue il ritmo della vita». E dove «ogni coltivazione richiede una propria programmazione stagionale». «Variabili» di cui lo Stato, per fortuna, tiene conto, attraverso meccanismi di tutela del lavoratore. Non sempre, però conosciuti.
Ne parla lo stesso Massimiliano Gori nel numero di Toscana Oggi in arrivo nelle case degli abbonati.