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Per il rilancio industriale, l'occupazione, gli investimenti, per la transizione sostenibile, per risolvere le crisi aperte. Per queste ed altre ragioni i metalmeccanici domani scendono in piazza, convocati dai sindacati Fim, Fiom e Uilm.

In provincia di Pisa presidi alla Piaggio a Pontedera (dalle ore 10 e per quattro ore), alla Vitesco di Fauglia (dalle ore 10), alla Asso Werke di Calcinaia (dalle ore 11) e alla Pentair di Vicopisano (dalle ore 12).

<I metalmeccanici - si legge in una nota - stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata. Sono anni che il nostro Paese vede ridursi la sua base produttiva e, nell'attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione - ecologica, digitale, energetica e tecnologica - sono mancati da parte della politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell'industria. Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza. È necessario rimettere al centro il lavoro dell'industria metalmeccanica e impiantistica se si vuole una reale transizione, altrimenti si rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un'inflazione a livelli record, che erode il potere di acquisto dei salari>.

Fim, Fiom e Uilm chiedono l'apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definire i piani di sviluppo; l'incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l'occupazione; di valorizzare e sostenere il reddito da lavoro; l'impegno comune al confronto e all'uso delle risorse del PNRR per lo sviluppo del settore metalmeccanico; la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla transizione ecologica e digitale; l'incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l'orario di lavoro e favorire l'occupazione giovanile; un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario; di intervenire per aumentare la dimensione d'impresa, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.