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Una riforma da 20/21 miliardi di euro per sostenere quelle coppie che decidono di mettere al mondo uno o più figli. È la cifra contenuta in uno studio - curato da Massimo Baldini, Giovanni Gallo e Lorenzo Lusignoli - della Cisl e offerta al dibattito poubblico. Secondo lo studio 7 milioni e 630 mila famiglie incasserebbero da un minimo di 800 euro l'anno ad un massimo di 2.400.

L'assegno - nella proposta della Cisl - si comporrebbe di due parti: una fissa e l'altra variabile. La fissa spetta a tutti, a prescindere da reddito e occupazione: 800 euro per figlio minorenne, 400 euro per figlio maggiorenne fino a 21 anni. La parte variabile si lega al reddito e vale al massimo 1.600 euro all'anno per figlio minorenne o 800 euro per figlio maggiorenne under 21 e decresce al crescere dell'Isr.

Il 20% delle famiglie più povere - quelle con Isr entro 16 mila euro - prenderebbe il massimo, ovvero 2.400 euro all'anno per ogni figlio minorenne o 1.200 euro per figlio maggiorenne under 21. Il 10% delle famiglie più ricche - con Isr superiore a 80 mila euro - incasserebbe l'importo minimo. Il 70% delle famiglie starebbe nel mezzo, tra minimo e massimo, con décalage legato al reddito.

Sono previste maggiorazioni per i figli disabili (30-50%), per le madri under 21 (mille euro extra all'anno) e 500 euro al secondo coniuge lavoratore (spesso la donna), per scongiurare il disincentivo all'occupazione.