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<L'agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il 2022 si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media, precipitazioni ridotte di oltre un terzo e l’esplosione di eventi estremi, (siccità, bombe d’acqua, nubifragi, tempeste di vento, trombe d’aria e violente grandinate). Tutto ciò ha provocato danni per l’agricoltura nazionale per un valore che supera già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno>.

Così la responsabile della Fai per Pisa e Livorno Lara Azie ospite di 50 Canale nella trasmissione <Generazioni Cisl> condotta da Simona Giuntini e in onda questa sera alle ore 19.30, e in replica sabato alle ore 0.30 e alle ore 14.30. Per Azie è ncessario <intervenire al più presto con interventi strutturali: dai bacini di accumulo per l’acqua di cui le campagne hanno bisogno, all’ innovazione tecnologica per la riduzione dell’impatto ambientale con la produzione di energie rinnovabili come biogas e biometano e lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti senza consumo di terra fertile>.

E però, in una emergenza climatica come quella che stiamo vivendo <bisogna accendere i riflettori anche sul tema della tutela del lavoro dei braccianti agricoli. Le elevate temperature, la scarsa idratazione e i lunghi turni di lavoro possono provocare malori o pericolosi colpi di calore, che possono diventare anche mortali. Per cercare di individuare una misura a tutela dei braccianti, i presidenti di alcune Regioni hanno approvato nell’estate del 2022, delle ordinanze di ‘chiusura’ dei campi alle attività lavorative agricole nelle ore più calde>.

<La prima - ricostruisce la responsabile territoriale della Fai Cisl - è stata la Puglia, alla quale hanno fatto seguito Calabria, Molise e Basilicata, vietando fino al 31 Agosto il lavoro tra le ore 12.30 e le 16, in condizioni di esposizione prolungata al sole. Si tratta certamente di una misura positiva che va in una direzione di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici agricole, che svolgono un impiego gravoso con sempre minori garanzie e certezze sul fronte della sicurezza. L’articolo 28 del testo unico sulla sicurezza dei lavoratori, fa riferimento ai rischi particolari, anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, e quelli da stress termico rientrano appunto tra i rischi particolari a cui il datore di lavoro deve prestare attenzione. Sono i Contratti Nazionali e quelli Provinciali di Lavoro degli operai agricoli e florovivaisti la vera opportunità per una seria tutela della salute, sicurezza del lavoro e di sorveglianza sanitaria>.

<Una barriera da infrangere, poi, è quella della conoscenza della lingua italiana da parte dei tanti extracomunitari impiegati nelle nostre campagne. Ci adoperiamo quindi che vengano diffuse guide plurilingue, attraverso la quale i lavoratori possano conoscere i rischi, le norme di prevenzione, le tutele sanitarie, i rimborsi per le spese sanitarie, e la modalità di avere un ammortizzatore sociale che è una vera e propria integrazione salariale per il lavoratore vista anche la forte stagionalità del lavoro stesso>.