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Politiche familiari più incisive. Una più equa distribuzione dei compiti di cura all'interno della coppia. Sono le due carte da spendere per non mettere più la donna di fronte alla scelta tra lavoro e figli: finendo per far uscire molte dal mercato del lavoro e rimandare altre a tempi migliori (che forse non arriveranno mai) la naturale vocazione alla genitorialità. Nel giorno della festa della mamma la coordinatrice delle donne Cisl Costanza Braccini riflette sulle tante (troppe) mamme che, nel 2020, hanno dovuto rinunciare al lavoro per seguire i figli in dad (<e chissà se riusciranno mai a trovare una nuova occupazione>) e su quello che i demografi chiamano l'inverno demografico determinato dalle culle vuote.

<Salutiamo con favore il family act elaborato dal governo Conte2 grazie all'impegno, soprattutto, del ministro Elena Bonetti. E l'idea di un assegno unico universale per i figli a carico. Ma non basta il quadro normativo: occorre investire risorse sulle politiche familiari - molte di più di quelle impegnate fino ad oggi. Favorendo la scelta di quelle coppie che decidono di mettere al mondo un figlio. Perché se in Italia non ci sono più bambini, chi pagherà, un giorno, le nostre pensioni? chi assisterà gli anziani?>

In tema di assegno unico la Cisl ha elaborato una sua proposta operativa, offerta al dibattito pubblico.